Scopri come Claude fa ragionare gli studenti, come OpenAI conta i “grazie” e perchĂ© una AI sa distinguere un Bordeaux da un Barolo molto meglio di tanti… umani.
👩‍🏫 L’AI che ti fa pensare (davvero): la rivoluzione di Claude for Education
Anthropic ha lanciato Claude for Education, una versione educativa del suo assistente AI, con una missione controintuitiva: non dare risposte, ma fare domande. In stile Socrate, Claude risponde agli studenti con un bel “E tu cosa ne pensi?” invece del solito copia-incolla da Wikipedia.
🎓 Le università coinvolte — Northeastern University, London School of Economics, Champlain College — stanno testando su larga scala se un’IA possa davvero potenziare il pensiero critico, e non solo accorciare i tempi di consegna dei compiti.
E il cambiamento è epocale: si passa da “Alexa, qual è la risposta?” a “Claude, aiutami a capirlo”.
🧑‍💼 Dall’aula alla segreteria: l’AI entra nell’organizzazione universitaria
Claude non si ferma agli studenti. Anche l’amministrazione universitaria lo usa per:
Analizzare i trend delle iscrizioni 📊
Semplificare documenti politici complessi đź“„
Migliorare l’efficienza operativa 🚀
Con oltre 50.000 utenti su 13 campus, Northeastern ha preso sul serio la trasformazione AI-first della sua accademia. E non è sola: grazie alla collaborazione con Internet2 e Instructure (Canvas), Claude ha potenzialmente accesso a milioni di studenti.
đź§ Non piĂą l’AI come assistente passivo, ma come co-pensatore attivo.
🍷 L’intelligenza artificiale che sa di vino (letteralmente)
Da Lione, la startup M&Wine ha introdotto un’AI capace di riconoscere l’origine dei vini con il 100% di precisione, contro il 50% degli esperti umani. Il segreto? Un database di 40.000 profili minerali analizzati in pochi minuti.
🍇 Utile per:
Combattere le contraffazioni (costano alla sola Europa oltre 130 milioni € l’anno)
Affiancare i sommelier (non sostituirli, tranquilli)
Quando si dice che l’intelligenza artificiale ha buon gusto…
🤖 Essere educati con ChatGPT… costa!
Una notizia quasi comica (ma vera): dire “grazie” a ChatGPT costa energia. Letteralmente. Più parole = più token = più potenza di calcolo.
đź’¸ Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha scherzato: “Decine di milioni ben spesi per l’educazione digitale”. In realtĂ ? Circa 146.000 $ all’anno, cioè 400 $ al giorno per mantenere le buone maniere. Insomma, la gentilezza non è gratis, ma neppure proibitiva. E ammettiamolo: costa molto di piĂą fare immagini inutili…
🤔 Morale? Continuate a dire “per favore”: fa bene alla conversazione… e all’umanitĂ . “Perchè l’educazione è un’abitudine” – Leonarda Vanicelli , eh sì, è un mio pensiero.. 🙂
⚠️ Quando l’IA inventa (e ci crede pure)
Ultima ma non meno inquietante: una ricerca su o3 e o4-mini, nuovi modelli AI di OpenAI, mostra che più ragionano, più… inventano.
📉 Alcuni dati:
o4-mini ha un tasso di allucinazioni del 48%
In alcuni casi ha sostenuto di eseguire codice su un MacBook (che non possiede)
Ha persino difeso le sue bugie con “evidenze statistiche schiaccianti”
📎 Rischi? Seri, soprattutto in ambiti come medicina o legge.
🔍 Una possibile soluzione? Integrazione con la ricerca web in tempo reale, ma con attenzione alla privacy. Ma soprattutto valutazione critica dell’output sulla base di competenze vere, nostre o di altri che possiamo interpellare!
🤹‍♂️ Tiriamo le somme: AI sì, ma con giudizio
L’intelligenza artificiale sta crescendo. E come ogni adolescente brillante, ha tanto potenziale… e qualche bug di personalità .
✅ Può insegnare meglio ✅ Può salvare i vini ✅ Può educare alla gentilezza ❌ Ma può anche… farsi dei film (stupefacente quanto assomigli agli esseri umani, eh?)
La sfida? Imparare. Per questo ti invito a fare un passo in più: ascolta il podcast “Lavoro Meglio con l’AI” (https://spoti.fi/3UbPWGu), dove parliamo di come usare l’intelligenza artificiale in modo etico, consapevole, veramente utile e – perché no – anche un po’ divertente.