Se il 2024 è stato l’anno in cui l’IA ci ha stupiti, il 2025 ha deciso di alzare l’asticella: niente più chiacchiere, adesso si ragiona. E si ragiona anche bene, grazie ai nuovi modelli lanciati da OpenAI e Google. Ma non solo: l’IA ora parla con i delfini, scrive codice meglio di uno sviluppatore caffeinomane e si fa pure un social network tutto suo. Benvenuti nel futuro che profuma di chip, idee brillanti e un bel po’ di competizione high-tech.
OpenAI: quando l’IA diventa quasi… filosofa
o3 e o4-mini: cervelloni con licenza di pensare
OpenAI ha presentato due nuovi modelli: o3, che potremmo definire il “Socrate” dell’intelligenza artificiale (solo un po’ più veloce), e o4-mini, il fratellino smart ed economico. Il primo brilla nei compiti tosti — matematica, logica, scienze e perfino la comprensione visiva. Pare che abbia superato il vecchio modello o1 del 20% nei test. Non male, eh?
Il secondo, o4-mini, è pensato per chi vuole potenza senza vendere un rene: meno costoso ma comunque sveglio. Specialmente su quei fronti dove si contano le virgole: programmazione, scienze e matematica.
Ragionamento multimodale: l’IA che guarda, legge e disegna (ma non cucina ancora… peccato!)
La vera rivoluzione? Questi modelli ora usano strumenti come se fossero in un’officina creativa: cercano sul web, eseguono codice, leggono file, interpretano immagini e – udite udite – possono anche “pensare” integrando testo e immagini. Hai fatto uno scarabocchio su un tovagliolo e vuoi sapere che senso ha? Forse loro possono aiutarti. (Spoiler: forse anche no.)
GPT-4.1 e il conto alla rovescia per GPT-5
È arrivato GPT-4.1: più preciso, più obbediente, più… lungo. Con una finestra di contesto da un milione di token, puoi praticamente scrivergli Guerra e Pace e lui ti risponde senza perdersi il filo. Risultati? +21% nella programmazione, +38,3% nel seguire istruzioni complesse.
Intanto, GPT-4 e GPT-4.5 vanno in pensione, mentre GPT-5 è in ritardo. Ma tranquilli: come ogni artista che si rispetti, anche lui ha bisogno del suo tempo per brillare. Ma arrivverà, statene certi, arriverà…
Google: tra delfini, motori di ricerca e AI con superpoteri
DolphinGemma: l’IA che parla… fischiando
Ebbene sì: Google ha creato DolphinGemma, un modello addestrato per comprendere i versi dei delfini. Una collaborazione con biologi marini e scienziati nerd che ci porta a un passo dalla comunicazione interspecie. Che sia il primo passo per un WhatsApp acquatico?
E per non farsi mancare nulla, hanno creato anche CHAT, un sistema che collega suoni artificiali a oggetti. Per ora ci capiamo con i delfini. Tra qualche anno… chissà, con le piante? Che novità… mia madre parlava con le piante e sì, crescevano benissimo, resuscitava anche quelle che io avevo portato in stato comatoso
“AI Overviews” è arrivato anche in Italia e personalmente mi lascia un po’ indifferente (per ora?)
Gemini 2.5: il coltellino svizzero della conoscenza
Il nuovo gioiellino di casa Google, Gemini 2.5, ridefinisce la ricerca: ora il motore ti dà panoramiche intelligenti prima ancora che tu finisca di digitare. Addio link blu, benvenuto riassunto già fatto (e benedetta IA, aggiungerei).
Ma non è finita: AI Studio si riempie di nuovi strumenti utili e un po’ magici:
Flash per immagini: chiedi e ti crea.
Deep Research: analizza 100 siti e ti scrive il compito in classe.
Canvas: testi, mockup, codice. Tutto in un posto solo.
Thinking 2.0: guarda i video di YouTube e li capisce meglio di te.
Stream Real Time: condividi lo schermo con l’IA e Gemini diventa un collega competente e paziente che ti spiega cosa fare con quel sito che non si capisce nulla 🙂
Gemini 2.0 Pro: legge e collega documenti diversi. Anche se sono in font Comic Sans (forse).
Prezzi, concorrenza e social network: la giungla dell’IA
Modelli di prezzo: l’IA costa, e sempre di più
Le aziende tech hanno capito una cosa: l’IA vale oro. E quindi… si paga. Più la usi, più la paghi. I nuovi piani prevedono limiti, soglie, token. Insomma: se vuoi un’IA che ti segua ovunque, preparati a usare anche la calcolatrice.
Ogni nuovo modello è come uno smartphone top di gamma: ha più funzioni, è più preciso, e quindi… costa di più. Ma attenzione: non è solo una questione di qualità. Entra in gioco anche la velocità di risposta, la disponibilità di strumenti avanzati (come la visione di immagini o l’uso di codice) e perfino la priorità nelle code di elaborazione.
Competizione: chi è il più veloce del reame?
OpenAI continua a correre, Google le sta addosso, Anthropic osserva e rilancia. Una corsa alla conquista del futuro, dove non basta solo avere un buon modello: serve anche l’estetica, i nomi cool, i lanci da startup che fanno sognare.
OpenAI lancia il suo social: AI con il feed
Eh sì, OpenAI sta sperimentando un social network tutto suo, con immagini generate da ChatGPT e un feed da scorrere. Una mossa furba (e un po’ inquietante): perché oltre alla gloria social, si porta a casa anche dati preziosissimi per addestrare i suoi futuri cervelloni. Furbetti…
IA e il mondo: tra energia, educazione e nuovi equilibri
L’IA beve, mangia e consuma (energia)
Dietro ogni prompt c’è un server che suda. E i numeri sono in salita: secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, entro il 2030 i data center AI potrebbero consumare più del Giappone intero. Acqua, elettricità e CO₂ inclusi nel prezzo. Serve un piano B, o almeno un piano sostenibile.
A scuola di IA (dalla prima elementare)
In Cina, dal 1° settembre 2025, si studierà IA già dalle elementari. Otto ore all’anno per iniziare a capire cos’è un algoritmo prima ancora di sapere chi era Alessandro Magno. Strategia chiara: educare per dominare. Sul lungo periodo, questa potrebbe essere la vera partita globale.
Morale della favola?
L’IA corre. E corre in tante direzioni: ragiona, crea, parla con i delfini, fa ricerca, si integra nella scuola e nei social. Le opportunità sono tante, i rischi pure. Ma una cosa è certa: non è più il momento di guardarla da lontano.
È il momento di farci amicizia. Di conoscerla, usarla, capirla. Perché il futuro non aspetta, ma può essere scritto , meglio ancora se in collaborazione con un buon modello linguistico.